Questa è storia in breve della principessa Rosetta, predestinata a portare sfortuna ai suoi fratelli, al punto che fu rinchiusa in una torre.
![[feature] Breve storia della principessa Rosetta](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmRcOXWD3kNKoq9-4NMspGDQ1dRuGxuujqJrek9qQLcc84i11NaJcMBj9t_rGNn1rbAARqQtAbSPaKnU_Lt6NNTxq4wovMTosy_DJA9MxnZ5eFn39uxQKl_rzgloR-oUNnrQt_HAofzbf-PGD2kBhgjctojmK1HFuXIKQSlxiX55BWgst6OY9e-UB7yAg/s700/torre.jpg)
La storia della principessa Rosetta (il cui titolo originale è "Princesse Rosette"), è stata raccontata verso la fine del XVII secolo dalla scrittrice francese Madame d'Aulnoy, e fa parte della raccolta "I racconti delle fate" (Les Contes des Fées). La prima edizione di questi racconti risale al 1697.
Trama: La principessa Rosetta è figlia di un re, mentre sua madre, la regina, è amica delle fate. Il re fa rinchiudere Rosetta in una torre per proteggerla da una profezia che incombe sui suoi fratelli. Dopo la morte dei genitori, però, i fratelli la liberano, e lei riesce a fuggire, sognando di sposare il Re dei Pavoni. Un tentativo di sostituzione da parte della nutrice porta a ulteriori difficoltà, ma Rosetta alla fine vince su tutti e sposa il suo amato Re dei Pavoni.

Nell'immagine, la principessa Rosetta in abiti incantati, circondata da piume iridescenti, mentre pronuncia il suo sì al maestoso re dei Pavoni.
Ecco un breve riassunto liberamente tratto dalla storia della principessa Rosetta:
C'era una volta un re e una regina che avevano due bellissimi figli. La regina non trascurò mai di invitare le sue amiche fate alla loro nascita, pregandole sempre di raccontarle cosa sarebbe successo in futuro riguardo ai suoi figli. Dopo un po' nacque una bellissima bambina. La regina si rivolse alle fate che erano presenti per l'occasione, dicendo: "Non dimenticate la solita usanza, e ditemi cosa ne sarà di Rosetta" (tale era il nome della piccola principessa).
Le fate si consultarono una con l'altra, quindi, la fata più anziana, disse: "Temiamo, regina, che Rosetta porterà una grave disgrazia ai suoi fratelli. Essi potrebbero persino soccombere a causa sua. Questo è tutto ciò che possiamo dire sul futuro di questa bellissima bambina". Le loro parole lasciarono la regina così addolorata che pure il marito se ne accorse. Il re chiese alla regina cosa fosse successo. Lei rispose in modo vago, senza rivelare ciò che le avevano predetto le fate.
Alle continue sollecitazioni del re, la regina disse che era triste perché si era avvicinata troppo al fuoco e aveva bruciato tutto il lino che stava filando. "È tutto?" chiese il re. Immediatamente ordinò ai suoi magazzinieri di portarle più lino di quanto avrebbe potuto filare in cento anni. Ma la regina era ancora triste. Allora il re le chiese di nuovo cosa fosse successo. Lei gli raccontò che mentre passeggiava lungo il fiume, le era caduta una delle sue preziose pantofole. "Questo è tutto?" chiese il re. Convocò all'istante tutti i calzolai del regno e fece consegnare alla regina decine di migliaia di pantofole confezionate con lo stesso materiale.
Nulla sembrava consolare la regina. Il re le chiese per la terza volta cosa la rendeva così angosciata. La regina rispose che, mangiando in tutta fretta, aveva ingoiato la fede nuziale. A quel punto il re capì che sua moglie non gli stava dicendo la verità poiché egli aveva l'anello con sé. "Mia cara", disse il re, "mi stai dicendo una bugia; questo è il tuo anello, che io avevo nella borsa".
A quella affermazione, la nobildonna rimase interdetta, poi, vedendo che il re era molto adirato, gli raccontò ciò che le fate avevano predetto a riguardo della piccola Rosetta, pregando suo marito, qualora conoscesse un modo per impedire tutto ciò, di farglielo sapere.
Mentre il re e la regina riflettevano ancora su questo argomento, qualcuno confidò loro che in un bosco, non molto lontano dal regno, c'era un vecchio eremita che viveva nel tronco di un albero cavo e che la gente arrivava da ogni dove per consultarlo. La regina chiese al re una scorta che l'accompagnasse dall'eremita.
La mattina dopo la regina partì in groppa a una bellissima mula con i ferri d'oro, mentre due delle sue guardie la seguirono a cavallo. Giunti alla foresta, cercarono l'albero cavo dove viveva l'eremita. Quando il vecchio riconobbe la regina, le disse: "Maestà, siate la benvenuta. Come posso servirvi?"
La regina gli raccontò ciò che le fate avevano predetto sul futuro di sua figlia e gli chiese cosa poteva fare per evitare il peggio. L'eremita rispose che avrebbe dovuto rinchiudere la principessa in una torre e non lasciarla più uscire. La regina lo ringraziò, gli diede una ricompensa e tornò a casa. Non appena il re seppe ciò che l'eremita aveva consigliato alla regina, ordinò che fosse costruita una torre altissima, nella quale rinchiuse la figlia Rosetta.
Non mancava giorno che il re, la regina e i suoi due fratelli andassero a farle visita. I due suoi fratelli, "Il Gran Principe" (il maggiore), e "Il Piccolo Principe" (il minore), amavano molto la loro sorella, giacché lei era dolce e bella come nessun altra. Quando Rosetta compì quindici anni tutte le campane del regno suonarono a festa. Poco dopo, sia il re che la regina si ammalarono gravemente e salirono al cielo lo stesso giorno. Tutti piansero profondamente, soprattutto Rosetta.
Tutti i nobili e i consiglieri del regno fecero sedere il Gran Principe su un trono d'oro e gli posero in testa una corona di diamanti, esclamando: "Lunga vita al re!" Il nuovo re e suo fratello si dissero: "È giunto il tempo di far uscire nostra sorella da quella brutta torre in cui è stata rinchiusa."
Quando Rosetta vide il meraviglioso giardino, pieno di frutti e fiori, con l'erba verde e le fontane cristalline, rimase così stupita che non riuscì a dire una sola parola, perché non aveva mai visto niente di simile in tutta la sua vita. A un certo punto vide un pavone che dispiegava le sue piume colorate ai raggi del sole. A Rosetta sembrò di non aver mai visto niente di così bello. Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso e rimase lì, come in trance, finché i suoi fratelli le chiesero cosa la tenesse così occupata. Mostrò loro il pavone e disse: "Ho deciso, sposerò solo il Re dei Pavoni".
Dopo le affermazioni della sorella, il re e il principe si fecero fare un ritratto della principessa, poi andarono da Rosetta e le dissero: "Dato che hai detto che non sposerai nessuno tranne il Re dei Pavoni, andremo per il mondo alla sua ricerca. Nel frattempo, ti chiediamo di prenderti cura del regno".
Fu così che i due fratelli partirono, domandando a ogni persona che incontravano: "Conosci il Re dei Pavoni?" Ma la risposta era sempre la stessa: "No. Non lo conosco!" Il re e il principe proseguirono per la loro strada fino ad andare dove nessuno era mai arrivato, finché, finalmente, raggiunsero il Regno dei Pavoni.
Capirono subito di essere arrivati nel posto giusto, giacché sentirono da lontano i loro richiami, e poi videro pavoni appollaiati su ogni albero. Più avanti incontrarono il re, che viaggiava su una carrozza dorata, incastonata di diamanti e trainata da dodici pavoni. I due fratelli tirarono fuori il dipinto di Rosetta e lo mostrarono al Re dei Pavoni, dicendo: "Signore, abbiamo fatto molta strada per mostrarvi questo ritratto". Il re lo guardò a lungo in silenzio e poi rispose: "Non avrei mai immaginato che esistesse al mondo una principessa così bella".
A quel punto, i più piccolo dei fratelli si presentò disse: Io sono un principe e mio fratello è un re. Questa della foto è nostra sorella, la principessa Rosetta, e ha espresso il desiderio di sposarvi. "Certo, con tutto il cuore!" Rispose il re: "La renderò molto felice, ma vi avverto solo che se non sarà bella come in questo ritratto, vi taglierò la lingua."
Poiché il re e il principe erano stati chiusi in prigione, inviarono una lettera alla principessa, informandola che il Re dei Pavoni la stava aspettando per sposarla. Quando Rosetta ricevette la lettera, fu così felice che corse per il castello gridando a tutti la sua gioia nel sapere che i suoi fratelli avevano trovato il Re Pavone e che lui l'aveva chiesta in sposa.
Il giorno dopo, la principessa Rosetta partì in compagnia della sua nutrice e la figlia di lei. Salirono su una barca e presero il largo. Rosetta aveva con sé la sua dote che comprendeva, tra l'altro, un barile pieno di monete d'oro e migliaia di vestiti preziosi. L'avida nutrice, però, aveva in mente di dare in sposa sua figlia al Re Pavone, al posto della principessa.
Quella sera, la nutrice promise il barile di monete d'oro al barcaiolo, in cambio gli chiese di buttare in acqua la principessa. Il barcaiolo accettò. Fortunatamente, il letto della principessa era imbottito di piume di fenice, che sono molto leggere e hanno la proprietà di galleggiare, così Rosetta si salvò.
Intanto, la nutrice e sua figlia arrivarono nella terra dei Pavoni. Ad accoglierli fu lo stesso Re il quale si arrabbiò molto non appena vide la falsa Rosetta, così brutta, nonostante i bellissimi vestiti che indossava, pensando che i due fratelli gli avessero mentito e, quindi, dovevano essere puniti duramente.
Il Re dei Pavoni fece chiamare i due prigionieri. Essi affermarono con forza che la loro sorella era la più bella di tutte le principesse, e che sicuramente c'era un equivoco in tutto ciò che non riuscivano a comprendere. Pertanto, chiesero sette giorni di tempo per dimostrargli la verità. Il Re Pavone concesse loro la scadenza.
Nel frattempo, non molto lontano, Rosetta aveva raggiunto la riva nei pressi di una capanna dove un povero vecchio viveva da solo. La principessa gli raccontò ciò che le era successo, piangendo amaramente al pensiero di essere stata tradita dalla donna che doveva proteggerla, affinché la figlia sposasse il Re dei Pavoni al posto suo. "Dobbiamo andare dal Re Pavone", disse il vecchio: "Se ti vede, non ho dubbi che vorrà sposarti".
Quando il vecchio e Rosetta arrivarono al palazzo, sentirono il re che diceva: "Oggi è l'ultimo giorno del periodo di grazia concesso ai due bugiardi, dovrò tagliare loro la lingua". In quel momento, il vecchio si inginocchiò e pregò il re di permettergli di spiegare l'accaduto.
Il vecchio raccontò che la giovane accanto a lui era la vera Rosetta e che era stata gettata in mare a tradimento. A quelle parole, il Re dei Pavoni corse ad abbracciarla e disse di amarla con tutto il cuore. Fece liberare immediatamente i suoi fratelli, mentre il traghettatore, la nutrice e sua figlia furono portati via.
Rosetta corse ad abbracciare i suoi fratelli, mentre i traditori si gettarono ai suoi piedi implorando pietà. Il re e la principessa furono così felici che li perdonarono; il vecchio fu lautamente ricompensato e trascorse i suoi ultimi giorni a palazzo. Il Re Pavone si scusò con il Re e il Principe, fratelli di Rosetta, per come li aveva trattati e fece tutto il possibile per dimostrare loro quanto fosse dispiaciuto.
Rosetta riebbe tutti gli abiti, i gioielli e il barile di monete d'oro. Le nozze furono celebrate immediatamente e tutti vissero felici e contenti.