Morale della favola: La conoscenza e il progresso nasce da una sana curiosità e dalla voglia di imparare.
L'asino e la lira
Fedro
In una tiepida giornata di primavera un asino saltellava felice su un prato dove ne gustava la tenera erba. Dopo essersi riempito la pancia, il quadrupede si accorse che vicino al suo albero preferito c'era uno strano strumento che non aveva mai visto prima. Avvicinatosi con prudenza, si rese conto che ciò che gli aveva causato tanta paura era la lira con cui il pastore si dilettava a suonare e a cantare mentre le sue pecore pascolavano in silenzio nel prato.La curiosità prevalse sul buon senso. L'asino allungò una zampa e toccò le corde che emisero un suono così armonioso che egli non poté fare a meno di dire: "Che strumento meraviglioso, ma per me è assolutamente inutile giacché sono un profano nella musica. Se l'avesse trovato qualcun altro più portato di me nell'arte dei suoni, chissà con quali divine melodie delizierebbe le orecchie dei mortali. Ma ora è meglio che mi allontani, altrimenti rischio di romperlo."
Cosa ha voluto dire Fedro?
A volte crediamo di non essere in grado di fare determinate cose e questo non ci fa crescere come persona. Con questa sua favola, l'antico scrittore romano ha voluto suggerirci che se non approfittiamo delle opportunità che ci vengono date, finiremo per non migliorarci, poiché, come dice un vecchio detto, "nessuno nasce imparato".