Morale della favola: Dobbiamo accettarci così come siamo. Guardando avidamente il bene di un altro rischiamo di perdere il nostro.
Zeus e il cammello
Esopo
In questa favola di Esopo i cui protagonisti sono Zeus, un cammello e un toro, l'autore greco ci invita a comprendere che l'invidia non è mai una buona consigliera. Quando vogliamo migliorare in qualcosa, dobbiamo agire mettendoci impegno e con l'aspirazione di progredire, non perché ce l'ha il nostro vicino.Tanto tempo fa, quando gli animali potevano comunicare con gli dei, viveva un cammello che ogni giorno osservava con invidia le magnifiche corna di un toro, desiderando di averne un paio identiche per sé. Stanco del proprio aspetto e convinto che le protuberanze gli avrebbero conferito un aspetto più nobile e rispettabile, intraprese il viaggio verso l'Olimpo, dove presentò la sua richiesta a Zeus, il re degli dei.
Arrivato davanti al Supremo, il cammello espresse così il suo desiderio: "Oh, grande Zeus, concedimi due corna come quelle del toro, affinché la mia presenza susciti ammirazione e rispetto".
Sorpreso dalla richiesta del cammello, Zeus reagì con indignazione, dicendo: "La tua forza e la grande statura che hai non ti bastano? Come puoi desiderare ciò che va contro la tua stessa natura?"
Insomma, Zeus non solo rifiutò la richiesta del cammello ma come punizione per la sua ingratitudine gli tagliò parte delle sue orecchie.