Morale della favola: Questa storia ci insegna che cantare vittoria può essere pericoloso. Talvolta è meglio rimanere discreti.
I due galli
La Fontaine
Jean de la Fontaine (nato a Château-Thierry l'8 luglio 1621 e morto a Parigi il 13 aprile 1695), è stato un poeta e scrittore francese, noto per le sue favole molto popolari che ancora oggi sono lette da grandi e piccini. Ispirato agli antichi favolisti greco-latini (in particolare a Fedro ed Esopo), le sue novelle fanno parte della letteratura europea e sono delle vere opere d'arte. Inoltre, de la Fontaine fu autore di molte poesie, commedie e libretti d'opera con indirizzo moralistico.Cosa sono le favole?
La favola è un tipo di racconto molto breve, scritta in prosa o in versi, generalmente con animali come protagonisti. Le favole hanno capacità comunicative e trasmettono una lezione di vita nota come "morale". Di seguito, una sintesi liberamente tratta dalla favola di la Fontaine dal titolo: "I due galli e l'aquila".
Due galli erano in lotta per disputarsi la supremazia nel pollaio e, come si può immaginare, uno di essi dovette sopportare la vergogna della sconfitta e costretto a cercare rifugio nella parte più angusta del recinto.
"Chicchirichì… sono io il padrone di questo gallinaio!" Dal ramo di un albero, il gallo vittorioso proclamò il suo trionfo.
Un'aquila, attirata dal chiassoso e gonfio vincitore, si avvicinò alla pianta e catturò l'orgoglioso cantore. In quell'istante, il gallo sconfitto, sporgendo la testa dal suo nascondiglio, esclamò: "Questo è il prezzo da pagare per coloro che si vantano del proprio trionfo!"
Finale della storia: L'umile gallo ricevette l'ammirazione delle galline e ancora oggi è lui che esercita il dominio del pollaio.