Morale della favola: La curiosità ha il suo fascino ma spesso ci procura dolore e lacrime. Il prezzo da pagare è sempre molto alto.
Barbablù
Charles Perrault
Chi nella sua infanzia, prima di andare a dormire, non ha mai ascoltato almeno una favola? Sono racconti scaturiti dalla fantasia che descrivono situazioni e circostanze della vita e seguiti da una riflessione morale. Ora incontreremo probabilmente il più brillante tra gli scrittori e narratori francesi, Charles Perrault, in una delle sue favole più famose, dal titolo "Barbablù", di cui questo è un breve riassunto.C'era una volta un uomo molto ricco che era proprietario di un intero castello pieno stanze con mobili preziosi, cornici d'oro e stoviglie d'argento, per sua sfortuna aveva una sgargiante barba blu che gli rendeva un aspetto piuttosto brutto e sgradevole. Per questo motivo, in paese lo chiamavano Barbablù. Tutte le donne, non appena lo vedevano, scappavano dalla paura.
Barbablù aveva una vicina, una signora molto distinta che aveva due figlie assai belle. Un giorno chiese alla gentildonna la mano di una di esse e a lei diede il compito di scegliere quale delle due volesse dargli. Ovviamente, entrambe le ragazze rifiutarono. Oltre all'orrenda barba, erano turbate dal fatto che l'uomo fosse già stato sposato con altre sei donne e nessuno sapeva cosa ne era stato di esse.
Per conquistare il cuore di una delle due fanciulle, Barbablù diede una grande festa nel suo palazzo, quindi, invitò le sue vicine di casa e tutte le loro amiche e gli amici. Il ricevimento andò così bene che la più giovane delle sorelle cambiò opinione e accettò di sposarlo.
Un mese dopo il matrimonio, Barbablù disse alla sua giovane moglie che doveva fare un lungo viaggio per lavoro e che sarebbe stato lontano da casa per alcune settimane.
"Ti lascio le chiavi di casa", le disse, continuando: "Sei libera di fare tutto quello che vuoi e aprire qualsiasi stanza, ma ti proibisco di aprire quell'armadio - indicando un mobile a muro - altrimenti puoi aspettarti la mia ira". Rassicurato dalla promessa della moglie di fare esattamente ciò che le era stato ordinato, dopo averla abbracciata, Barbablù salì a bordo della sua carrozza e partì.
Presa dalla curiosità, la donna cominciò ad aprire tutte le stanze del palazzo e ogni volta rimaneva estasiata da tanta bellezza. Arrivata davanti alla porta dell'armadio, si fermò, ricordando la promessa fatta al marito, ma il desiderio di sapere cosa c'era dentro fu tale che non riuscì a trattenersi. Tremante, infilò la chiave e aprì l'anta dell'armadio.
All'inizio era tutto buio. Poi, a poco a poco iniziò a vedere che c'erano tracce di sangue delle precedenti mogli di suo marito. Presa dallo spavento le cadde di mano la chiave che si macchiò di quel sangue. Dopo aver raccolto la chiave, chiuse di nuovo l'armadio e corse alla fontana per pulirla da quelle macchie, senza riuscirci, perché si trattava di una chiave magica.
Quello stesso pomeriggio, Barbablù tornò in anticipo dal suo viaggio. Sua moglie fece del suo meglio per dimostrargli che era felice di rivederlo così presto, ma quando Barbablù le chiese di restituire le chiavi, lei cominciò a tremare così tanto che egli intuì subito come stavano le cose.
"Perché questa chiave è sporca di sangue?" Domandò Barbablù.
"Non lo so," rispose lei.
"Tu e io sappiamo bene cosa è successo durante la mia assenza." Replicò Barbablù, quindi, con tono deciso, esclamò: "Hai guardato nell'armadio proibito! Adesso, ci entrerai e prenderai posto assieme alle donne che hai visto."
Lei si gettò ai suoi piedi e, piangendo, gli chiese: "Giacché sto per morire, dammi un po' di tempo per pregare il Signore."
"Ti do cinque minuti - rispose Barbablù - non un secondo di più."
Non appena fu sola, chiamò la sorella e le disse: "Anna, sorella mia, ti prego, vai a cercare i nostri fratelli e portali qui, affinché possano salvarmi".
E così, quando tutto sembrava perduto e la donna stava per andare incontro al suo triste destino, i fratelli di lei irruppero nella stanza con le spade in pugno. Barbablù cercò di fuggire, ma i fratelli lo inseguirono, lo catturarono e lo finirono.
Poiché Barbablù non aveva discendenti, sua moglie ereditò tutti i suoi beni, che condivise con la madre, la sorella e i fratelli.
Anna Mercurio