Il gatto con gli stivali in breve - Charles Perrault

Morale della favola: Il dono della furbizia è più prezioso di qualsiasi eredità.

Il gatto con gli stivali in breve - Charles Perrault

Il gatto con gli stivali

Charles Perrault

Lo scrittore Charles Perrault, nato a Parigi il 12 gennaio 1628, fu noto in tutto il mondo soprattutto per aver scritto favole per bambini cariche d'insegnamento morale. Qui di seguito c'è un breve riassunto liberamente tratto da un racconto del favolista francese, dal titolo: Il gatto con gli stivali.

C'era una volta un mugnaio molto povero che quando passò a miglior vita lasciò in eredità ai suoi tre figli il mulino, un asino e un gatto. Nella spartizione, il mulino andò al primogenito, l'asino al secondo e il gatto al più giovane. Quest'ultimo si rammaricò del suo destino non appena seppe quale fosse la parte che gli spettava.

"Con che vivrò adesso?" Chiese a se stesso il terzogenito: "I miei fratelli potranno lavorare insieme e faranno fortuna, mentre io ho avuto solo un inutile gatto."

Il gatto, che stava lì vicino, rispose: "Non preoccuparti padrone, sono sicuro che ti sarò più utile di quanto pensi".
"Ah, sì? E come?" Chiese incredulo il ragazzo.
"Dammi un paio di stivali e un sacco e te lo mostrerò." Rispose il gatto.

Il giovanotto non era molto convinto delle parole del gatto, ma poiché sapeva che il felino era assai astuto, alla fine si convinse e gli diede ciò che aveva chiesto.
Con gli stivali ai piedi, il gatto corse velocemente sulla montagna, riempì il sacco di crusca e si nascose lì vicino. Dopo un po', un coniglio cadde nella trappola. Velocemente il gatto chiuse il sacco si diresse al palazzo reale.

Arrivato al cospetto del re, dopo un rispettoso inchino, il gatto con gli stivali, disse: "Buongiorno, Vostra Maestà, a nome del mio padrone, il marchese di Carabas (questo fu il primo nome che gli passò per la mente), vi porto in dono questo coniglio che Egli stesso ha catturato apposta per Voi".

"Grazie mille, gatto, e ringrazia per me il tuo generoso padrone, il marchese di Carabas", disse il re.

Il giorno successivo, dopo aver catturato due fagiani, il gatto li offrì di nuovo al re il quale gli diede una ricompensa in segno di gratitudine.

Passarono altri giorni, altre settimane e altri mesi, il gatto continuò a portare al re ciò che aveva cacciato sempre a nome e per conto del marchese di Carabas.

Un giorno seppe che il re sarebbe andato al fiume con la bella principessa, sua figlia. Chiamò il suo padrone e gli disse: "Fai ciò che ti dico. Vai al fiume, spogliati e fai il bagno. Al resto penserò io".

Il ragazzo fece ciò che gli aveva suggerito il gatto. Quando la carrozza del re passò sul ponte per attraversare il fiume, il gatto iniziò a sbraitare, urlando che il suo padrone stava annegando.
Immediatamente, il re ordinò alle sue guardie di salvarlo. Il gatto colse l'occasione per informare il monarca che dei banditi avevano preso i vestiti del suo padrone mentre era in acqua. In segno di gratitudine per i doni che aveva ricevuto dal marchese, il re ordinò che gli fosse dato il suo abito migliore. Indossandolo, il marchese sembrò particolarmente bello ed elegante e la figlia del re cominciò a notarlo. Infine, il re lo invitò a salire sul suo carro, a fianco alla principessa.

Il gatto con gli stivali corse davanti alla carrozza, precedendola. Non appena incontrò una coppia di contadini che mietevano il grano, li avvisò di dire al re che quel campo appartiene al marchese di Carabas, convincendoli che altrimenti il re si sarebbe arrabbiato.

Quando il re passò davanti ai due agricoltori e chiese loro chi fosse il proprietario di quel prato, senza esitazione, essi risposero che era il marchese di Carabas.

Continuando la sua corsa davanti alla carrozza, il gatto s'imbatté in un maestoso castello che apparteneva a un orco capace di tramutarsi in qualsiasi animale.

"Si dice in giro che hai il dono di diventare qualsiasi animale tu voglia, è vero?" Chiese il gatto.
"Certamente. Adesso ti faccio vedere come divento un leone". Rispose l'orco trasformandosi nel feroce felino. Il povero gatto si prese uno spavento, ma poi subito si riprese e continuò il suo astuto piano.

"Sei stato bravo, ma sicuramente non sei in grado di trasformarti in un topo", sollecitò il gatto.
"Ah no? E allora guarda ..." A quest'affermazione, l'orco si trasformò in un topolino. Prontamente, il gatto lo afferrò con gli artigli e se lo mangiò.

Quando il re, la principessa e il marchese, a bordo della carrozza, arrivarono al castello, il gatto con gli stivali diede loro il benvenuto nel lussuoso maniero del marchese di Carabas.

Il re rimase compiaciuto da tutto quello splendore e si convinse che il marchese di Carabas potesse essere il candidato perfetto per sposare sua figlia.

Il marchese e la principessa si sposarono e vissero felici e contenti.
E il gatto con gli stivali? Direte voi. Beh, lui tornò alla sua vecchia abitudine di cacciare i topi, ma solo per divertirsi.
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2.3: Il gatto con gli stivali in breve - Charles Perrault
Il gatto con gli stivali in breve - Charles Perrault
Morale della favola: Il dono della furbizia è più prezioso di qualsiasi eredità.
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