Pubblico con piacere la recensione di Younis Russo del libro "Alunni del Sole", scritto dal prof. Antonio G. D'Errico e Bruno Morelli.
![[feature] Esce il libro degli Alunni del Sole per il piacere dei fans](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgtVPRL0KtCW989Nwu6w4QU4VTNEck1uNw0BhTg1vOc0WsIHBp4i7F0o-Lav9-Iv8-e0RPpvQMIlJ2ygGq6-pCP10bjBhPE0Q7Y77mKrE5dXep1Dht8pu96035TQc0-9PMeg34vxcq1UBM/s1600/alunni_del_sole.jpg)
I libri dedicati ad artisti di alcuni decenni fa, normalmente portano dentro aria di nostalgia. Sono caratterizzati da un retrocedere verso gli anni che li hanno visti protagonisti, di estati di successi, di palchi illuminati tutti per loro, di programmi televisivi che li annunciavano con enfasi: "Ecco a voi …".
Ebbene, nel libro Alunni del Sole di Antonio Gerardo D'Errico e Bruno Morelli, non c’è niente di tutto questo. C'è solo la delicatezza del racconto di un amore tra due fratelli, Paolo e Bruno (nell'ordine, il minore e il maggiore) figli d'arte, che hanno percorso le strade della musica. Non del successo ad ogni costo. E per questa loro vena ispirata, di successi ne hanno avuti tanti. Tutte le loro canzoni hanno avuto il consenso del pubblico.
"Paolo meritava di incidere qualcosa di suo, di cantautorale, da non condividere col gruppo". Torna sempre quest'idea nel libro, questa volontà di rendere a Paolo il frutto delle sue fatiche. Il gruppo è qualcosa di fittizio, lo ripete spesso Bruno a Paolo. Evidentemente c'era bisogno di rendere verità a questa manifesta facciata. Forse il desiderio di Paolo, però, era proprio di restare insieme, per sempre, così come si erano costituiti, per accompagnare le sue ispirazioni che prendevano forma e vigore all'interno della formazione.
Gli Alunni del Sole hanno segnato la storia della musica leggera italiana, senza mai essere passati di moda. Ancora adesso i loro dischi sono riproposti, diventano cover. Sono un gruppo del Sud, di Napoli, della terra della grande musica. Eppure ci vuole una canzone come 'A canzuncella per riportare alla ribalta la canzone napoletana, che era alquanto dimenticata da almeno mezzo secolo. E proprio 'A canzuncella apre la strada per il ritorno da protagonista della musica napoletana dell'era della "Napule's power"

Chi non ha mai canticchiato i versi della canzone "Liù", che erompevano e rimbalzavano dalle casse dei juke box verso la fine degli anni Settanta? Ma non c’era solo Liù. Prima c’era stata Jenny. "Jenny era tanto sicura che un giorno ci saremmo trovati di nuovo, certo anche lei non sapeva dove". Canzoni che uscivano insieme alle ballate di De André dell’album "Non al denaro, non all'amore né al cielo". Nel libro si capisce anche il perché. Paolo Morelli e Fabrizio De André incidevano per la stessa etichetta discografica, "La Produttori Associati", in un primo momento. E, successivamente, si sono ritrovati insieme alla "Ricordi".
C'era grande amicizia tra i due. Fabrizio si incantava, trascorreva le giornate negli studi a sentire cantare Paolo. "Che meraviglia! Ma come fai a scrivere queste canzoni? Come fai a cantare e suonare in modo così preciso senza sbagliare una nota?". Chiedeva, alla fine, Fabrizio. "Le canzoni di Paolo parlano della vita, in tutti i suoi aspetti. Raccontano di giovani ragazzi che una mattina anziché andare a scuola se ne vanno in giro per i campi, correndo su prati di erba, facendo volare sulle loro teste un aquilone", così scrive Antonio Gerardo D'Errico nella prefazione del testo.

Il libro ha il ritmo del racconto, dove si riconosce l'anima del musicista, Bruno Morelli, e del poeta, Antonio Gerardo D'Errico. Un connubio perfetto di verità di chi ha vissuto la storia, Bruno Morelli, e di chi ha l'animo preparato ad accoglierla, lo scrittore e poeta D'Errico.
Si sente nel libro un'aria di poesia, di pulito, di bellezza che non è sempre scontato trovare nelle pagine di una biografia di un artista o di un gruppo di artisti. Sono quelle congiunzioni di sensibilità , di grandi animi che sono dediti alla pratica e alla cura della bellezza.
Ma nel libro non si celebra solo la bellezza dell'anima, ci sono le descrizioni degli ambienti, dei locali di Milano o di Trastevere. Si raccontano altre sensibilità , come l'incontro con Ivan Graziani, De Gregori, Venditti, Patty Pravo: voci che rimarranno per sempre nella memoria, l'ambito dove vengono custodite le sostanze e gli ideali preziosi. Alunni del Sole è un libro che mancava, che ci voleva, che racconta quel tanto di buono che mancava ai nostri sensi. Rinnova immagini nuove, che sanno di attuale, pur senza avere un tempo di attribuzione.