Morale della favola: Non si sa d'essere sciocchi finché non abbiamo sperimentato la furbizia di uno sciacallo.
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Il leone sciocco e lo sciacallo
Anonimo
In una foresta viveva un leone. Era diventato vecchio e non poteva più correre veloce. Con il passare degli anni, per lui si faceva sempre più difficile cacciare.Un giorno, mentre il re degli animali vagava per la foresta in cerca di cibo, vide una caverna. Entrò dentro e annusò l'aria all'interno. "Qualche animale deve pur vivere qui", disse a se stesso: "Mi nasconderò e aspetterò che ritorni."
La grotta era la tana di uno sciacallo. Tutte le mattine il canide usciva in cerca di cibo e tornava sul tardi per riposare. Quella sera, dopo aver consumato il suo pasto, lo sciacallo si avviò verso casa, ma, quando giunse nei pressi dell'antro, sentì "puzza di bruciato". C'era troppo silenzio tutt'intorno. "Qualcosa non va", si disse: "Come mai tutti i grilli e gli uccelli sono così silenziosi?"
Lentamente, con molta cautela, si avvicinò alla caverna, guardandosi intorno per osservare eventuali segnali di pericolo. Mentre stava sul punto di varcare l'ingresso, improvvisamente, il suo istinto lo avvisò del pericolo. "Devo assicurarmi che non ci sia nessuno", pensò lo sciacallo. Gli venne un'idea.
Il furbo animale si rivolse alla grotta e le chiese: "Ciao, mia buona caverna, cosa ti è successo oggi? Perché sei così silenziosa?"
La voce dello sciacallo echeggiò nella tana. Il leone, che ormai non riusciva più controllare i morsi della fame, disse tra sé: "Penso che sia perché sono qui, che la grotta tace. Prima che lo sciacallo si accorga della mia presenza, devo inventarmi qualcosa."
Fuori, lo sciacallo continuava a gridare: "Hai dimenticato i nostri accordi? Dovresti salutarmi quando torno a casa." A quel punto, il leone cercò di far sembrare la sua voce meno ruvida e rispose: "Benvenuto a casa, amico mio."
Udendo il ruggito del leone, gli uccelli e i grilli volarono via cinguettando e frinendo rumorosamente. In quanto allo sciacallo, tremante di paura, cominciò a correre, allontanandosi il più veloce possibile.
Intanto, il leone, sempre più affamato, aspettava che lo sciacallo entrasse nella caverna per balzargli addosso e mangiarlo. Quando si rese conto che la sua preda non sarebbe più rientrata, capì di essere stato ingannato. Si maledisse per la sua stupidità , che gli aveva fatto perdere un buon pasto.