Morale della favola: Le mani e i piedi rappresentano gli invidiosi e i malvagi che, affinché gli altri non possano gioire di nulla, sperano nella miseria, pur ricevendone danno loro stessi
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Le mani e i piedi si ribellarono alla pancia
Esopo
Un giorno le mani rifletterono coi piedi sul fatto che mentre essi sostenevano gli sforzi della fatica, tutto ciò che riuscivano a guadagnare se ne cibava la pancia. Per cui, loro erano stanchi e deboli, lo stomaco invece era forte e opulento.Ad un certo punto gli arti si ribellarono contro la pancia e le dissero: "Per quale motivo noi siamo obbligati a soddisfare continuamente ogni tuo desidero, mentre tu non fai altro che riposare tutto il tempo, e divertirti nel lusso e nel vizio? Quindi, noi ti diciamo che abbiamo stipulato un accordo per cui da oggi ciascuno di noi dovrà nutrirsi del proprio lavoro."
Così facendo, non portando più nulla le mani alla bocca, il ventre si ritrovò ben presto vuoto e fiacco. Allora quello cominciò a chiedere: "Aiuto!!" Ma l'avara mano si rifiutò di prestargli soccorso. Inutilmente lo stomaco gridò per le contrazioni della fame, il suo brontolio venne ignorato dalle mani, e lo stesso fecero i piedi.
Passarono i giorni e gli arti continuarono a rifiutare assistenza alla pancia. Ben presto lo stomaco cominciò a deperirsi. Rapidamente tutto il corpo si debilitò. Le mani, i piedi, la bocca, gli occhi, quando fu troppo tardi, si pentirono della loro follia.