Morale della favola: Esopo ci insegna che non bisogna mai disprezzare nessuno, compresi coloro che ci appaiono inermi. Col tempo potrebbero essere in grado di vendicarsi.
L'aquila e lo scarabeo
Esopo
C'era una volta una lepre che correva inseguita da un'aquila. Non vedendo altra via di fuga e, notando sulla strada uno scarabeo stercorario, la lepre lo implorò di salvarla dal famelico rostro del rapace che si faceva sempre più vicino.Chiamato in causa, il piccolo coprofago chiese all'aquila di rispettare il diritto di asilo della lepre in osservanza alle sacre leggi di Zeus. Ma l'aquila non considerò nemmeno quella ridicola richiesta fatta da un piccolo e insignificante insetto. Con un colpo d'ala strattonò lo scarabeo buttandolo da una parte e, in un baleno, con i suoi potenti artigli afferrò la lepre e la divorò.
Lo stercorario si infuriò. Volò dietro all'aquila e la seguì fino al suo nido dove l'uccello teneva le sue uova. Dopo aver atteso la sua assenza per procurarsi il cibo, egli distrusse tutte le uova facendole rotolare fuori dal nido. Al suo ritorno, l'aquila restò sconvolta. Quando fu il momento per una nuova covata, ella mise le sue uova ancora più in alto, ma il coleottero riuscì a distruggere anche quelle.
Preoccupata della minaccia da parte dello scarabeo che per vendetta aveva giurato di sterminare la sua razza, l'aquila volò dritta sull'Olimpo, dove affidò le sue uova direttamente a Zeus, ponendosi sotto la protezione del re degli dèi, in conformità alle sacre leggi del diritto di asilo.
Non appena lo scarabeo scoprì le intenzioni dell'aquila, prima si strofinò nel letame, poi volò dritto fino a Zeus e cominciò a volargli intorno, molto vicino al viso. Alla vista di quella creatura tanto orribile quanto puzzolente, il re si spaventò e balzò in piedi, dimenticando che aveva sul proprio grembo le uova dell'aquila. Il risultato fu che le uova si ruppero nuovamente.
Lo scarabeo raccontò a Zeus del torto subito e dell'affronto fatto al dio stesso per aver violato le sue leggi. "Non smetterò - minacciò lo scarabeo - fino a quando non avrò distrutto fino all'ultimo uovo di quell'empio pennuto!"
Quando l'aquila tornò, Zeus disse che la sua era stata una giusta punizione. Nonostante ciò, preoccupato che a causa della guerra tra i due le aquile potessero estinguersi, esortò lo scarabeo a desistere dal suo intento, ma quello non volle sentire ragioni. Fallita ogni trattativa di pace tra i due, il buon Dio optò per un cambiamento del periodo di riproduzione delle aquile, così che da allora in poi esso ebbe luogo nel periodo in cui gli scarafaggi non sono ancora usciti dalle loro tane sotto la terra.