Morale della favola: Quando siamo esausti spesso perdiamo la prudenza e ci abituiamo alle situazioni e le circostanze più anomali; ad esempio, durante la guerra, la stanchezza faceva dormire i fanti in trincea, tra i fragori delle granate.
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L'asino e il ghiaccio
Esopo
C'era una volta un asino che si sentiva di svenire tanta era la stanchezza. Era un giorno rigido d'Inverno e faceva molto freddo. Tutte le strade erano ghiacciate e il poverino proprio non ce la faceva più di camminare per arrivare fino alla stalla."Io mi fermo qui" disse tra sé il ciuco, lasciandosi cadere per terra come un sacco vuoto. Un passerotto in cerca di cibo che volava da quelle parti, si avvicinò all'asino e gli sussurrò in un orecchio: "Stai attento, amico mio, tu non sei sulla strada, ma sopra un lago ghiacciato!"
Ma l'asino era troppo stanco per ascoltare i buoni consigli dell'uccellino; con la bocca fece un grande sbadiglio e si addormentò. Dopo un po' il calore diffuso dal suo corpo cominciò pian piano a sciogliere il ghiaccio intorno a lui, fino a che, con un fragore, la lastra ghiacciata si spezzò e lo sventurato animale si ritrovò immerso nella gelida acqua.
La caduta improvvisa lo fece svegliare, ma fu troppo tardi, l'asino affogò.