Morale della favola: Dobbiamo relazionarci solo con nostri pari, se non vogliamo subire il destino del vaso di terracotta.
I due vasi, uno di terra e l'altro di ferro
La Fontaine
C'erano una volta due vasi che stavano davanti a un camino; uno era stato realizzato in terracotta e l'altro di ferro. I giorni trascorrevano senza che vi fosse alcuna novità , la brocca di ferro trovò monotona la sua esistenza.Un giorno il vaso di ferro propose all'altro di terracotta di andare a fare una passeggiata assieme a lui. Il vaso di creta obiettò che per lui non era affatto conveniente unirsi al vaso di ferro, data la fattura delicata del fragile materiale con il quale era stato costruito, per cui sarebbe bastato un piccolo urto tra i due e si sarebbe rotto, ma date le insistenze dell'altro che gli aveva promesso di proteggerlo nel caso che qualcosa di duro lo avesse minacciato, alla fine accettò.
I due vasi si misero sottobraccio e s'incamminarono per la strada, ma siccome le anfore, si sa, hanno tre piedi ognuna, camminavano zoppicando. Ad ogni minimo ostacolo i due barcollavano oscillando un po' di qua e un po' di là . Nel traballare si urtavano l'un l'altro fino a quando, dopo fatti appena dieci passi, un impatto più forte fece andare il vaso di terracotta in mille pezzi.
Insomma, se vogliamo confrontarci, dobbiamo farlo con un nostro pari, altrimenti, come ci ha spiegato La Fontaine, il nostro destino potrebbe somigliare a quello di questi due vasi.
Esiste una variante greca di questa favola scritta prima a Esopo e poi ripresa da La Fontaine, dove i personaggi del racconto sono delle pentole: Una pentola di coccio in mezzo a due pentole di ferro, vengono trascinate dalla corrente di un fiume. La pentola di coccio cerca di mantenere le distanze dalle altre pentole di ferro perché sa che se si scontra con quelle, sarà l'unica a rompersi. A questo proposito c'è anche un proverbio che dice così: "Se una pentola cade sulla pietra, guai alla pentola. Se una pietra cade sulla pentola, guai alla pentola. In ogni caso, guai alla pentola!"