Morale di questa storia: Un vecchio proverbio dice: Aiutati che Dio ti aiuta.
Le protagoniste di questa storia sono due rane, una grassa e l'altra magra.
Un giorno, mentre le due rane saltellavano sull'erba alla ricerca di cibo, incautamente caddero dentro un secchio d'acciaio pieno di latte di mucca. Siccome i bordi del grosso recipiente erano lisci e scivolosi, per quanti sforzi facevano le due raganelle non riuscivano più ad uscire, per cui non restava altro da fare che nuotare in superficie per cercare di mantenersi a galla.
Dopo un po' di tempo la rana grassa si era stancata e disse all'altra: "Cara sorella, a che serve dimenarsi ancora? Il nostro destino sta per compiersi; annegheremo in questa vasca di latte." Ma la rana magra la scongiurò di tenere duro: "aspetta sorella, continua a muoverti, vedrai che prima o poi qualcuno ci tirerà fuori da qui."
Le due rane continuarono a sguazzare nella tinozza di latte per ore, poi, quella più corpulenta disse all'altra: "Sorella, è tutto inutile. Oggi è Domenica e nessuno verrà a lavorare. Non abbiamo alcuna possibilità di uscire vive da qui. Siamo condannate - continuando, ormai boccheggiante - sono molto stanca e sto per smettere di nuotare. Mi lascerò annegare!" Ma la rana più esile continuò ad incitarla: "Forza, non ti fermare. Tieniti su, continua a sguazzare nel latte, sono sicura che qualcosa accadrà !"
Passarono ancora delle ore e la situazione non era cambiata. La grossa rana era ormai arrivata allo stremo delle forze: "Non ce la faccio più ad andare avanti - disse - e poi, a cosa servirebbe? Affogheremo in ogni modo!" E così si fermò. La rana grassa aveva rinunciato alla vita ed era annegata nel latte. La rana magra invece continuava a muoversi e a sbattere con foga le zampe nel latte.
Dopo pochi minuti sentì di poter camminare su qualcosa di solido. Il latte era stato talmente sbattuto che si era trasformato sotto i suoi piedi, prima in crema e poi in burro. La rana magra poté saltare fuori dal secchio e salvarsi.
Un giorno, mentre le due rane saltellavano sull'erba alla ricerca di cibo, incautamente caddero dentro un secchio d'acciaio pieno di latte di mucca. Siccome i bordi del grosso recipiente erano lisci e scivolosi, per quanti sforzi facevano le due raganelle non riuscivano più ad uscire, per cui non restava altro da fare che nuotare in superficie per cercare di mantenersi a galla.
Dopo un po' di tempo la rana grassa si era stancata e disse all'altra: "Cara sorella, a che serve dimenarsi ancora? Il nostro destino sta per compiersi; annegheremo in questa vasca di latte." Ma la rana magra la scongiurò di tenere duro: "aspetta sorella, continua a muoverti, vedrai che prima o poi qualcuno ci tirerà fuori da qui."
Le due rane continuarono a sguazzare nella tinozza di latte per ore, poi, quella più corpulenta disse all'altra: "Sorella, è tutto inutile. Oggi è Domenica e nessuno verrà a lavorare. Non abbiamo alcuna possibilità di uscire vive da qui. Siamo condannate - continuando, ormai boccheggiante - sono molto stanca e sto per smettere di nuotare. Mi lascerò annegare!" Ma la rana più esile continuò ad incitarla: "Forza, non ti fermare. Tieniti su, continua a sguazzare nel latte, sono sicura che qualcosa accadrà !"
Passarono ancora delle ore e la situazione non era cambiata. La grossa rana era ormai arrivata allo stremo delle forze: "Non ce la faccio più ad andare avanti - disse - e poi, a cosa servirebbe? Affogheremo in ogni modo!" E così si fermò. La rana grassa aveva rinunciato alla vita ed era annegata nel latte. La rana magra invece continuava a muoversi e a sbattere con foga le zampe nel latte.
Dopo pochi minuti sentì di poter camminare su qualcosa di solido. Il latte era stato talmente sbattuto che si era trasformato sotto i suoi piedi, prima in crema e poi in burro. La rana magra poté saltare fuori dal secchio e salvarsi.