Morale della favola: La gentilezza non cambia gli ingrati, ovvero: la natura non può essere modificata.
![[feature] Il contadino e il serpente (Fedro)](https://4.bp.blogspot.com/-KH7YodojYDc/VjpFuwbrAmI/AAAAAAAACNE/DURYVa1Efqs/s320/Contadino%2Be%2Bserpente.jpg)
Il contadino e il serpente
Fedro
C'era una volta un contadino che tutti i giorni si recava in campagna.Un rigido mattino d'inverno, mentre l'uomo si apprestava a raggiungere i suoi campi, notò sul terreno un serpente che stava morendo per congelamento a causa del freddo. Siccome l'agricoltore era una persona dal carattere gentile e molto rispettoso della natura, non riuscì a tirare dritto sapendo che il rettile non avrebbe retto per molto se fosse rimasto ancora all'addiaccio. Così ne ebbe pietà.
Lo raccolse da terra e delicatamente lo poggiò in un cesto per la frutta che aveva con sé, quindi, si riavviò indietro, verso la sua abitazione. Giunto a casa l'uomo accese subito il camino, poi prese il serpente e lo ripose sul suo grembo davanti al fuoco. Quello (la serpe), che nel frattempo, grazie al tepore della fiamma gli erano ripresi a funzionare tutti i suoi istinti naturali, morse il suo benefattore infliggendogli una ferita mortale.
"Ahimè!" Esclamò il pover'uomo e, esalando l'ultimo respiro, ansimante, disse: "sono stato giustamente punito per avere avuto pietà di un farabutto."