Imbattersi in una notizia dove è un serpente ad essere l'ospite nella pancia di un essere umano, inverte completamente l'immaginario collettivo.
L'agghiacciante scoperta è stata fatta qualche tempo fa in Pakistan, nella tranquilla cittadina di Chora Saggar, dove vive una signora di mezza età, tale Rasheedan Bibi, la quale, secondo la stampa locale, avrebbe inavvertitamente ingerito un "girino" di serpente che si era rifugiato in una brocca d’acqua.
La donna aveva travasato l'acqua della nel suo bicchiere, poi, l'aveva mandata giù assieme al piccolo di serpente, forse senza nemmeno accorgersene, o forse senza badarci troppo. Passata qualche settimana da quel giorno, Rasheedan aveva cominciato ad ingrassare come non le era mai successo. Si era ritrovata una pancia talmente gonfia e dura che pareva quasi fosse incinta.
Un giorno l'anziana donna si ammalò. Solo a quel punto si decise di chiedere l'aiuto ad un medico il quale, trascorsi ormai sette mesi da quando la cinquantenne aveva bevuto l'acqua della brocca, di fatto la ricoverò in ospedale per sottoposta ad una serie di test specialistici.
La sensazionale scoperta:
Attraverso gli esami clinici, i medici hanno potuto constatare che alla signora stava crescendo "una vita" nel ventre. Ma osservando meglio le analisi effettuate, i dottori si erano accorti che il gonfiore della pancia era stato causato da un enorme serpente attorcigliato intorno alle interiora della paziente. Un vero incubo! Una scoperta impressionante, quasi una favola dell’orrore. Un serpente stava crescendo nella pancia di Rasheedan.
Vi rendete conto? Quella specie di piccolo girino non solo non era stato "fagocitato" dagli acidi contenuti nei succhi gastrici dello stomaco, ma si era alimentato dentro di lei, restandosene al calduccio nella sua "incubatrice umana". Roba da brividi!
Rasheedan è una persona modesta che abita in un luogo dove i soldi non se ne vedono molti. Arrivata a questo punto, lei non poteva pagare le cure che le necessitavano. Si decise, quindi, di lanciare un appello alle autorità sanitarie del posto in modo che l'anziana donna potesse essere operata e assistita gratuitamente. Inutile dire che tutti noi abbiamo sperato che non solo i medici si fossero affrettati a dire di sì, ma che tutto si fosse risolto per il meglio.
La donna aveva travasato l'acqua della nel suo bicchiere, poi, l'aveva mandata giù assieme al piccolo di serpente, forse senza nemmeno accorgersene, o forse senza badarci troppo. Passata qualche settimana da quel giorno, Rasheedan aveva cominciato ad ingrassare come non le era mai successo. Si era ritrovata una pancia talmente gonfia e dura che pareva quasi fosse incinta.
Un giorno l'anziana donna si ammalò. Solo a quel punto si decise di chiedere l'aiuto ad un medico il quale, trascorsi ormai sette mesi da quando la cinquantenne aveva bevuto l'acqua della brocca, di fatto la ricoverò in ospedale per sottoposta ad una serie di test specialistici.
La sensazionale scoperta:
Attraverso gli esami clinici, i medici hanno potuto constatare che alla signora stava crescendo "una vita" nel ventre. Ma osservando meglio le analisi effettuate, i dottori si erano accorti che il gonfiore della pancia era stato causato da un enorme serpente attorcigliato intorno alle interiora della paziente. Un vero incubo! Una scoperta impressionante, quasi una favola dell’orrore. Un serpente stava crescendo nella pancia di Rasheedan.
Vi rendete conto? Quella specie di piccolo girino non solo non era stato "fagocitato" dagli acidi contenuti nei succhi gastrici dello stomaco, ma si era alimentato dentro di lei, restandosene al calduccio nella sua "incubatrice umana". Roba da brividi!
Rasheedan è una persona modesta che abita in un luogo dove i soldi non se ne vedono molti. Arrivata a questo punto, lei non poteva pagare le cure che le necessitavano. Si decise, quindi, di lanciare un appello alle autorità sanitarie del posto in modo che l'anziana donna potesse essere operata e assistita gratuitamente. Inutile dire che tutti noi abbiamo sperato che non solo i medici si fossero affrettati a dire di sì, ma che tutto si fosse risolto per il meglio.