Morale della favola: Difficilmente l'uomo si dimentica di colui che gli ha cagionato un danno.
L'uomo e il serpente velenoso
Esopo
Le favole sono delle storie che si raccontano ai più piccoli per insegnare loro una lezione di vita.Questi racconti non sono necessariamente tratti da fatti o avvenimenti realmente accaduti, ma tutte hanno in comune una morale alla fine della storia. Una particolarità ricorrente in molte fiabe di Esopo è che i personaggi descritti sono in buona parte degli animali. La novella di oggi vede come protagonisti un uomo ed un serpente dal morso velenoso:
C'era una volta un aspide che aveva fatto il suo nido in un buco sotto il portico di una casa di campagna. Un giorno il serpente diede un morso mortale al figlio neonato dell'agricoltore. Dopo aver pianto il suo lutto, il contadino decise di uccidere quell'ofide velenoso che gli aveva procurato un dolore così grande.
La mattina dopo, quando il serpente uscì dalla sua tana per procurarsi da mangiare, trovò l'uomo ad attenderlo con un ascia tra le mani. Ma nella fretta di vibrare il colpo che avrebbe ucciso il serpente, il contadino sbagliò la mira e riuscì solo a tagliargli la coda e quello riuscì a mettersi in salvo strisciando.
Passarono alcuni giorni e il contadino cominciò ad avere paura che la vipera potesse per vendetta della coda morsicarlo a morte. Cercò quindi di accattivarsi le sue simpatie lasciando del pane fresco davanti al buco della tana. Con un sibilo stridulo e sgradevole il serpente sentenziò: "Non potrà mai esserci pace tra di noi. Ogni volta che io ti vedrò mi ricorderò che mi hai tagliato la coda, e quando tu vedrai me penserai alla la morte di tuo figlio".