Morale della favola: Non si devono mai sacrificare i vecchi amici per quelli nuovi.
Il capraio e le capre selvatiche
Esopo
Le favole di Esopo hanno affascinato tantissime generazioni di grandi e piccini, resistendo all'usura del tempo per la semplicità della sua narrazione, per i concetti etici che propone, per gli insegnamenti che i suoi personaggi ci offrono, ma, soprattutto, perché i suoi protagonisti sono di solito animali.C'era una volta un capraio che all'alba di ogni mattina conduceva le sue capre a pascolare. Un giorno, al tramonto, mentre le riaccompagnava all'ovile, sulla strada del ritorno si accorse che tra i suoi animali si erano mescolate alcune capre selvatiche. Arrivati alla masseria l'uomo le chiuse assieme alle sue per la notte. Il mattino successivo cominciò a nevicare così forte che al pastore non fu possibile portare gli animali al pascolo dove abitualmente si alimentavano brucando l'erba della prateria.
Per provvedere al loro fabbisogno di cibo, il capraio diede alle sue capre una razione di foraggio appena sufficiente a tenerle in vita fino il giorno successivo, mentre alle ospiti riempì completamente la mangiatoia con la speranza che, prendendole per la gola, quelle decidessero di restare con lui.
Finita la tempesta di neve, il mandriano condusse di nuovo gli animali al pascolo, ma appena furono fuori, le capre selvatiche scapparono via velocemente sulle montagne. Il capraio biasimò la loro ingratitudine, rimproverandole per averlo abbandonato dopo che egli si era preso cura di esse durante la bufera, più che del proprio gregge.
Una di loro si girò indietro e disse: "Infatti, è proprio questo il motivo per cui stiamo scappando. Se ieri ci hai trattato meglio delle capre che stanno con te da tanto tempo, è chiaro che domani preferirai altre che verranno dopo di noi."