Morale della favola: Quando si cerca di cambiare la propria condizione di vita bisogna essere sicuri che si cambi in meglio.
![[feature] Le rane chiesero a Giove un re (Esopo)](https://4.bp.blogspot.com/-zLlXD71LES4/VgWnEPxbqII/AAAAAAAAAtU/FEvoBywVy3g/s320/re%2Brane.jpg)
Le rane chiesero a Giove un re
Esopo
Ci fu un tempo in cui i popoli della Terra erano abbandonati a se stessi. Da una libertà senza regole si passò presto all'anarchia e ogni uomo chiese a viva voce delle leggi repressive che mettessero un freno alla babilonia che si era generata. Per esemplificare ciò a cui la gente va incontro quando si trova in queste condizioni di vita, Esopo ha scritto per noi la fiaba delle rane nello stagno che chiesero a Giove di dargli un re.In un luogo remoto del Pianeta c'era una laguna con fiumi, laghi ed uno stagno pieno di rane che sguazzavano liberamente nell'acqua sempre fresca. Il cibo non mancava, ma come sempre succede, c'era chi si abbuffava e chi si doveva accontentare degli avanzi. Così un giorno le rane chiesero a Giove di inviargli un re che gestisse la laguna con delle leggi giuste. Il supremo fu divertito da quella insolita richiesta e lanciò nello stagno un tronco d'albero invitando le rane a rispettare il loro sovrano.
Il tonfo della trave nell'acqua spaventò gli anfibi che terrorizzati scapparono immergendosi nelle profondità marine. Poi la curiosità vinse la paura e cominciarono ad avvicinarsi con soggezione alla trave per inchinarsi davanti al loro re. Ben presto però si accorsero che il tronco era immobile e alcune di esse lo toccarono con mano senza che gli accadesse nulla. Le rane cominciarono a farsi coraggio e a saltare sul tronco galleggiante. Man mano si facevano sempre più audaci, fino a perdere il rispetto del legno facendoci sopra i loro bisognini, poi chiesero un altro re.
Preso dall'ira per la loro ingratitudine, Giove inviò un grosso serpente che non appena arrivò nelle acque dello stagno cominciò a mangiare le rane una ad una fino a quando ne rimasero pochissimi esemplari, che, in lacrime, si rivolsero a Giove supplicandolo di liberarle da quel mostro. Ma Giove rispose loro che poiché non avevano saputo conservare la libertà , dovevano rassegnarsi a sopportare la loro pena.