Morale della favola: Chi non rispetta il prossimo, prima o poi paga la pena per la sua arroganza.
![[feature] La cicala e la civetta (Esopo)](https://4.bp.blogspot.com/-DzsgOf1r0Rc/VgHoU-Jbo1I/AAAAAAAAArk/z1qLAJ3c_8A/s320/Civetta%2Be%2Bcicala.jpg)
La cicala e la civetta
Esopo
In questa favola Esopo mette a confronto due animali del bosco che hanno abitudini completamente differenti.Il primo dei due animali è la civetta che assieme al gufo sono uccelli di abitudini notoriamente notturni. Il secondo animale invece è la cicala, un insetto più simile al grillo, particolarmente attiva durante il giorno. Dunque, la civetta e la cicala vivevano sullo stesso territorio. Mentre però la civetta era abituata a cacciare di notte e riposava durante il giorno, la cicala cominciava di buon mattino il suo canto fastidioso senza mai smettere nemmeno per un minuto fino a che il sole tramontava.
Un giorno la civetta chiese alla cicala se poteva evitare di cantare durante le ore diurne, o, in alternativa, se proprio non poteva smettere del tutto, di farlo più sottovoce in modo che lei potesse riposare. Ma dopo quella richiesta, per dispetto la cicala cominciò a cantare più forte di prima.
La povera civetta non ne poteva più dalla stanchezza. Dopo che aveva cacciato per tutta la notte, di giorno aveva proprio bisogno di riposare. Allora si rivolse ancora alla cicala, questa volta suppicandola di fare silenzio almeno per un po'. Ma quella vieppiù indispettita cominciò a cantare a squarciagola: "CRI CRI, CRI CRI". Così fece per tutto il giorno.
La civetta si rese conto che era del tutto inutile avanzare ancora delle richieste, così, per far cessare una volta per tutte quel fastidioso canto pensò ad uno stratagemma. Rivolgendosi alla cicala le disse: "Senti un po', dal momento che io non riesco a dormire a causa del tuo canto che in verità devo dire è soave come il suono della lira di Apollo, voglio invitarti a bere questo nettare che mi ha regalato la dea Atena. Se vieni da me lo beviamo insieme". Non solo le era venuto l'acquolina in bocca, ma la cicala si sentì lusingata da quelle lodi e presa dall'entusiasmo spiccò il salto. La civetta fu pronta ad afferrarla al volo e se la mangiò. Ciò che le aveva negato in vita la cicala lo concesse da morta.
Con questo racconto, Esopo ci ha insegnato due cose: 1) L'adulazione non è una prova di ammirazione. 2) Bisogna sempre cercare di andare d'accordo con i nostri vicini di casa.