Morale della favola: L'uomo è insaziabile. Non è mai pago di quello che ha e brama per ciò che non possiede.
Giunone, Venere e la gallina ruspante
Fedro
C'era una volta l'Olimpo, che era un monte sul quale ci stava un continuo via vai di Dei. Un dì Giunone si mise a vantare le sue doti di fedeltà al marito e, Venere, che quel giorno non aveva nessuna voglia di litigare con la Regina, afferrò al volo l'occasione per prenderla in giro. Dopo averla assecondata esprimendo parole di compiacimento per le sue qualità morali, disse che nessun'altra donna era pari a lei. Per dimostrare che le altre mogli non erano caste quanto Giunone, Venere raccontò di quando aveva rivolto alcune domande a una gallina."Ascolta", aveva chiesto la dea della bellezza alla gallina: "Puoi per favore dirmi di quanto cibo hai bisogno per rimanere soddisfatta?" La gallina rispose: "Qualunque razione mi darai per me sarà sufficiente, basta però che mi sia concesso di raspare con le zampe la terra".
Allora Venere ribadì: "Pensi che un moggio intero di grano sarebbe sufficiente per non farti più razzolare?" Ma ebbe la stessa risposta: "Qualsiasi misura vorrai darmi per me sarà sufficiente, ma per favore concedimi di ruspare".
"Insomma! - Esclamò Venere - cosa vuoi per rinunciare completamente a razzolare?"
A quel punto, finalmente, la gallina confessò che il suo era un vizio congenito e ammise che se anche avesse avuto a disposizione l'intera stalla piena di grano, essa avrebbe continuato a razzolare.
Fedro narra che Giunone rise divertita al racconto di Venere, poiché aveva inteso il doppio senso che faceva riferimento alle donne mai sazie d'amore.