Non è sempre facile raggiungere la vetta, ma quando state pensando di arrendervi, ricordate che il successo facile non è mai gratificante.
![[feature] Il successo facile non è mai gratificante](https://1.bp.blogspot.com/-x7vmIQRX6tU/W2g5UiT8mXI/AAAAAAAAH94/F5CZvKJD8mk2tVY1CP5ASs_qgREC4BfsgCLcBGAs/s1600/stephen_akhwari.jpg)
John Stephen Akhwari è stato un maratoneta della Tanzania, che ha corso ai Giochi olimpici di Città del Messico del 1968, arrivando per ultimo. Questo sfortunato atleta si trovò subito in difficoltà a causa dell'altitudine cui non era abituato al suo paese. Nonostante ciò, al via dello starter, egli partì assieme ad altri 56 concorrenti. Dopo pochi chilometri gli atleti cominciarono ad aumentare la velocità per cercare di guadagnare qualche posizione rispetto agli antagonisti. Mentre era in accelerazione, Akhwari cadde e si slogò una caviglia. Ansimante e mezzo zoppo, il maratoneta continuò la gara, nonostante era stato ormai distanziato di parecchio da tutti gli altri.
Quando finalmente al tramonto Stephen Akhwari arrivò al traguardo, incitato dagli applausi di uno sparuto gruppo di spettatori che erano rimasti nello stadio, si era già svolta la premiazione dei primi tre classificati.
All'atleta fu chiesto come mai era rimasto in competizione, sopportando terribili dolori, nonostante sapesse che non poteva vincere la gara. Con semplicità, egli rispose: "Il mio paese non mi ha inviato lontano 5.000 chilometri per iniziare la gara. Mi ha mandato a 5.000 km di distanza per portarla a termine. E io l'ho fatto."
Alla fine del mio giro ho pensato a tutte le volte che ho lasciato qualcosa a metà, solamente perché avevo trovato un intoppo. E voi? Quante volte avete interrotto una sfida prima di arrivare al traguardo, soltanto perché vi siete accorti che proseguire era più duro di quanto avevate previsto?